LO SFOGO SU FACEBOOK DI SERENA NITTO, MAMMA E INSEGNANTE

È ormai da giorni che sulle mia home, come credo su quelle di tutti noi, scorrono continue le lamentele dei tanti genitori che – spesso letteralmente disperati – fanno appelli affinché i loro figli non vengano massacrati con estenuanti sedute davanti al pc per poter così seguire le lezioni di didattica a distanza e per poi poter fare i compiti. Genitori e bimbi, già fortemente stressati e angosciati per la situazione gravissima che si trovano a vivere, sfogano la propria frustrazione sui social.

Non avendo figli e non essendo un’insegnante posso solo lontanamente immaginare cosa stia succedendo all’interno delle famiglie che si trovano ad affrontare “problema Coronavirus + problema didattica a distanza”. Sino ad ora avevo letto o lo sfogo dei genitori o lo sfogo degli insegnanti. Stamattina mi sono imbattuta in uno sfogo scritto da una mamma-insegnante. Uno sfogo diretto, garbato, che mette in risalto le carenze e, allo stesso tempo, la mole di lavoro imposte dalla didattica a distanza.

Lei è Serena Nitto, mamma di Nicolò, 11 anni, e di Lorenzo, 3 anni. Vive e lavora a Paderno Dugano (MI) ed è l’insegnante di una terza classe elementare. L’ho contattata in chat chiedendole, come faccio spesso, di poter dar voce ai tanti genitori che giornalmente incontriamo “a debita distanza” sui social. Serena ha accettato ben volentieri di dar voce a questo piccolo problema, piccolo se confrontato col ben più grande problema che l’umanità sta vivendo in questo periodo.

Ma discutere dei problemi in cui noi tutti ci imbattiamo nella nostra quotidianità forse – dico forse – ci aiuterà a sopportare meglio l’irrealtà e lo sgomento in cui ci siamo visti catapultare da un giorno all’altro.

Ringrazio di cuore Serena Nitto per la disponibilità e lascio a lei la parte rimanente dell’articolo.

“Stavo pensando alle famiglie che otre a convivere con la paura e l’angoscia per questo evento che sta devastando il mondo intero e la nostra Italia, devono in qualche modo da casa portare avanti la didattica e il carico di compiti assegnati dagli insegnanti.

Secondo me, anche in questo campo, la situazione sta sfuggendo di mano.

Mi riferisco, in particolare, ad amici che vivono al sud, costretti a farsi dare in prestito pc, stampanti, a pagare i vari gestori telefonici per potenziare le reti per la navigazione ecc. Ecc.

Qui si sta degenerando!

A mio avviso non è ortodosso chiedere a minori di riprendersi con i cellulari durante le sezioni di educazione motoria dopo aver visualizzato su you tube la lezione inviata dall’insegnante, oppure ricattare il bambino riferendo che se non consegnerà il lavoro prenderà 2 in pagella…

La didattica a distanza attivata dalle scuole, che ha visto tantissimi docenti impegnarsi volontariamente per farla funzionare, non è uno strumento che, almeno per adesso, possa considerarsi come attività didattica valevole per il conseguimento dei 200 giorni di scuola al fine della validità dell’anno scolastico, nemmeno uno strumento che possa consentire una idonea e legittima valutazione degli studenti. Non essendo normata la possibilità della didattica a distanza, in periodo di sospensione delle attività didattiche, diventa illegittimo registrare una valutazione scritta e orale fatta a distanza da uno studente.

Io mi sento fortunata perché gli insegnanti di mio figlio sono di grande supporto, tengono impegnati i ragazzi senza esasperarli, hanno infinita pazienza nel gestire le continue domande dei ragazzini e vengono incontro a quelle famiglie che comunicano anche un disagio temporaneo che impedisce lo svolgimento dei compiti assegnati.

Quindi rilassatevi e siate di supporto ai vostri bambini e ragazzi che come noi stanno vivendo questa tragedia. Chiedete come stanno, come si sentono, se hanno voglia di sfogarsi di avere dei chiarimenti.

Cerchiamo di colmare le loro paure.

#ANDRATUTTOBENE

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