“U ‘NCUNTRU” A CASTELTERMINI (di Rita Bellanca)




Casteltermini 15/04/2017 (SikeliaNews) – Con l’arrivo della Primavera molte sono le culture che rievocano la metafora della resurrezione, anche se oggi la società più modernizzata rievoca sì la Primavera come rinascita, ma in forme più mediate. Ed è proprio perché è un concetto così radicato nei più riposti angoli dell’inconscio collettivo e grazie anche ad un passato carico di simbologia e di perpetuate credenze che nel Cristianesimo sono stati inglobati i riti della fertilità. E se da una parte, sin dalla notte dei tempi, l’uomo è stato portato a pensare alla Primavera come ad un qualcosa di positivo, dall’altra la sua mente è stata offuscata da pensieri negativi legati alla stagione invernale, fino ad arrivare a pensieri funesti, di morte. In passato, da quest’ansia che ne derivava, si dava vita a veri e propri rituali che avevano la funzione di esorcizzare la paura e di favorire o provocare la rinascita.

Per questa ragione il periodo che precede o segue l’equinozio di Primavera è uno dei più ricchi di feste, cerimonie, credenze e miti: tutte le società celebravano e celebrano a tutt’oggi la Primavera come una resurrezione.

A Casteltermini la Resurrezione di Cristo viene rievocata la domenica mattina. Alle 6:00 in punto le campane della chiesetta di Gesù e Maria svegliano tutto il paese ed annunciano l’inizio della festa. È infatti in questa piccola chiesa che viene conservata gelosamente la splendida e radiosa statua del Cristo Risorto, il nostro “Santu Sarvaturi”, opera mirabilmente plasmata dalle abili mani dello scultore palermitano Vincenzo Genovese nel lontano 1905.

Subito dopo la messa mattutina, i componenti della Confraternita Gesù e Maria-Comitato SS. Salvatore, in processione, assieme ad un gran numero di persone, al suono e al passo della banda musicale, salgono in Piazza Duomo dove alle 10:00 in punto avviene “u primu ‘ncuntru” di Santu Sarvaturi con la Madonna (statua custodita invece in Chiesa Madre), sotto due imponenti e ricchi archi di palme alla cui sommità vengono appesi alloro, arance, e “cuddruri di pane”, archi che ritroveremo in ogni rione e davanti ad ogni chiesa, laboriosa opera degli abitanti dei vari quartieri.

Da qui si diparte la grande processione con a capo entrambe le statue che, sotto gli archi di ciascun rione, rifaranno u ‘ncuntru. Ad ogni ‘ncuntru’ sparo di mortaretti e applausi al grido di “Viva Santu Sarvaturi”, fino a giungere di nuovo in Piazza Duomo, alle 12:00 circa. Qui avviene “l’urtimu ‘ncuntru” e le statue vengono portate all’interno della Chiesa Madre dove viene celebrata la messa.

Mentre fuori, al ritmo e al seguito dei tamburi, si radunano i componenti dei ceti della Sagra del Tataratà, la prossima festa di Primavera a cui tutti noi castelterminesi siamo particolarmente legati ormai da secoli. Alla fine della messa Santu Sarvaturi viene riportato nella sua chiesetta, accompagnato dalla sua Confraternita, che “ u fa abballari” festosamente al suono della marcia “Giocondità”.

Fino a qualche decennio fa esisteva anche un’altra Confraternita, la Confraternita di San Vincenzo Ferreri (dai colori bianco e nero), appartenente alla Chiesa Madre e legata alla figura della Madonna. Personalmente spero tanto che anche questa venga ripristinata al più presto, in modo tale da rendere più imponente e rispettosa delle tradizioni, oltre che la processione della domenica mattina col Cristo Risorto, anche quella del Venerdì Santo che accompagna l’urna e che ieri sera ha visto la partecipazione della sola Confraternita Gesù e Maria-Comitato SS. Salvatore.

Riti, tradizioni, credenze, fede, misticismo religioso e non…chiamatele un po’ come volete voi, le feste in Sicilia sono sempre delle belle occasioni per stare assieme in famiglia, con gli amici, con tutta la comunità. Sono occasioni per ritrovarsi, per ritrovare un po’ di serenità, per gioire e manifestare apertamente la propria gioia. Tramandare di padre in figlio queste usanze è in assoluto il regalo più bello che si possa fare a tutti i castelterminesi, residenti e non.

E la Confraternita Gesù e Maria-Comitato SS. Salvatore è un meraviglioso esempio di come fede, associazionismo, devozione e tradizione possano convivere e coesistere sia all’interno che fuori dalla Chiesa, perché fraternità non è solo preghiera, ma anche sano divertimento e amore per il proprio paese.

I miei ringraziamenti vanno a tutti i componenti della Confraternita Gesù e Maria-Comitato SS. Salvatore per le foto fornitemi ed in particolare a Giuseppe Licata, Vincenzo D’Angelo e Alex Barba per la grande disponibilità dimostrata, le importanti informazioni fornite e l’enorme pazienza avuta nei miei confronti.

I giovani, una grande risorsa che Casteltermini deve poter sfruttare e soprattutto supportare!!

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