Riceviamo e Pubblichiamo
“Caro Presidente Musumeci,
mi chiamo Luigi Pio Mangiapane, ho 20 anni e sono un cittadino siciliano. Da aprile 2019, per esigenze lavorative, mi sono trasferito da Casteltermini (AG) a Carpi (MO). Ho lavorato per nove mesi in una grande azienda metalmeccanica, fino alla fine di gennaio, quando, purtroppo, ho perso il lavoro. Potevo pensare di scendere giù al mio paese di residenza fin da allora, ma ho deciso di cercare un altro lavoro che, fortunatamente, è arrivato ben presto, e precisamente i primi di febbraio, infatti sono stato impiegato nel settore delle poste fino al 30 di aprile. Al termine del contratto, probabilmente a causa della situazione che l’Italia in quel momento si stava apprestando a fronteggiare, non mi è stata pervenuta alcuna proroga. Pertanto, mi sono ritrovato in una situazione quasi surreale: lontano da casa, dalla famiglia e dagli affetti più cari. Scappare immediatamente prima di essere attuato il DPCM 4 marzo 2020 (quando la pandemia non si era ancora “diffusa”) e prendere il primo volo diretto per la Sicilia sarebbe stata una scelta egoista, ma comoda. Il mio buon senso mi ha fatto ragionare pensando al rischio enorme a cui avrei sottoposto la mia famiglia. Ho fatto il mio dovere, ho stretto i denti e ho continuato a lavorare anche nei giorni più duri della pandemia e ho soltanto sperato, giorno dopo giorno, che il tempo potesse passare più velocemente e con esso anche i rischi di contagio. È stato un sacrificio combattuto ma doveroso.
Molte persone, come ben sappiamo, hanno scelto la via più facile, ossia quella di prendere il primo treno disponibile e “scappare” verso casa, incoscienti delle conseguenze nefaste che potevano arrecare alla nostra comunità siciliana.
Come scritto sopra, il 30 aprile sono stato licenziato pure dal secondo lavoro, ciò ha coinciso con il DPCM del 26 aprile 2020, che consentiva il rientro a chi si fosse trovato lontano dalla propria residenza e/o domicilio. Una luce di speranza si era accesa in me, finalmente la possibilità di rientrare nella mia residenza non era una mera utopia! La prima scelta, avendo perso il lavoro, è stata quella di prenotare un biglietto per la prima/seconda settimana di maggio. Ma ecco che i voli sono stati cancellati a seguito del suo intervento sulla chiusura della Sicilia fino al 17 maggio.
IERI PERÒ HO ASCOLTATO LA SUA VIDEO CONFERENZA DURANTE LA QUALE LEI HA DECISO DI ALLENTARE UN PO’ LE MISURE E PERMETTERE A NOI, QUI AL NORD, DI RIENTRARE, AUTORIZZANDO ULTERIORI VOLI DA ROMA VERSO PALERMO- CATANIA, LASCIARE IL TRENO ROMA-MESSINA E AUMENTANDO LE CORSE SULLO STRETTO. OTTIMO DIREI! IL PROBLEMA PERÒ NASCE PROPRIO QUI. NON HA FATTO I CONTI CON TUTTI NOI BLOCCATI NON A ROMA, MA IN ALTRE REGIONI D’ITALIA COME L’EMILIA-ROMAGNA NEL MIO CASO, LA TOSCANA, IL VENETO, IL FRIULI ECC. PENSO CHE RAGGIUNGERE ROMA È IMPOSSIBILE IN QUESTA SITUAZIONE, QUINDI LE VOGLIO CHIEDERE, SI PRENDERÀ CURA ANCHE DI NOI CHE NON ABBIAMO ALCUN COLLEGAMENTO DAI NOSTRI AEROPORTI CON QUELLI DI ROMA?
La esorto a mettersi nei panni di gente che ha perso il lavoro come me. I soldi iniziano a scarseggiare (sappiamo bene la vita cara del nord), gli affitti sono esorbitanti e per quanto riguarda la richiesta di disoccupazione, beh per quella bisognerà aspettare i tempi imposti dalla burocrazia. La prego di prendere in considerazione questa mia lettera e di attivarsi per l’eventuale rientro di coloro i quali si trovano in una situazione di estrema necessità”.
In attesa di un Suo cortese riscontro, le porgo i miei distinti saluti.
Un cittadino siciliano LUIGI PIO MANGIAPANE