Erede diretto del noto tammurinaro Angelo Nobile, vincitore nel 1986 del premio “La Zampogna d’oro” – rassegna nazionale degli strumenti popolari – e riconosciuto come una tra le figure più rappresentative per la musica tradizionale siciliana, Angelo Nobile rappresenta e illustra la tradizione del Tamburo Castelterminese, una bellissima tradizione indissolubilmente legata alla famiglia Nobile, giunta alla sua settima generazione di tammurinara, che ha nel nonno Angelo il suo massimo rappresentante. Angelo Nobile, oltre ad aver appreso dal nonno le tecniche di trasmissione orale che hanno permesso di tramandare i ritmi tradizionali del tamburo siciliano di generazione in generazione, ne tramanda anche le tecniche di costruzione.
A Casteltermini il tamburo è il simbolo della festa, non soltanto della maggiore festa, la Sagra del Tataratà, ma anche di tutti i contesti festivi. Fede e folklore si mischiano in modi diversi in tutti i paesi del Mediterraneo, rendendoli il palcoscenico adatto per dare vita a eventi che valorizzino le identità culturali e storiche di ciascun paese: ecco che nel tamburo ritroviamo l’identità e la storia di Casteltermini.
“A livello di esecuzione – tiene a precisare Angelo – devi sempre usare la massima concentrazione e la maestria di cui sei capace, ovviamente le processioni classiche hanno tempi di pausa che ti permettono una maggiore tranquillità, a livello emotivo. Ma appena percepisci l’attenzione del pubblico e la possibilità dell’applauso ogni volta è come se fosse la prima volta: stessa emozione, tensione e concentrazione. In famiglia, a partire dagli antenati, abbiamo sempre costruito i nostri tamburi, personalmente ho messo una motivazione particolare in questa mia passione, avendo iniziato a costruirli come omaggio alla memoria di mio padre. Non lo faccio per mestiere ma nemmeno lo definirei hobby, considerato che la passione che mi spinge a creare i tamburi ha una radice molto profonda dentro il mio animo”.
L’ultimo tamburo inventato e costruito da Angelo è il “tamburo illustrato”, un tamburo in cui ha voluto incidere le varie fasi della Festa di Santa Croce e i componenti-tamburinai della famiglia Nobile.
“Ho ideato questa tipologia di tamburo durante i lunghi mesi di pandemia, pensando a cosa e quanto avevamo perso: l’allegria, le feste, i ritrovi fra parenti e amici, i suoni, le tradizioni, ecc. e inevitabilmente la mia mente è andata indietro negli anni ed ha ricordato le tante feste in cui la famiglia Nobile è stata presente in maniera attiva e “sonora”. Più di tutte ho ricordato la nostra festa di Santa Croce, anche perchè il lockdown del 2020 è coinciso con i mesi in cui a Casteltermini si festeggia San Giuseppe, la Santa Pasqua, la Festa di Santa Croce… la festa del papà, quella di nostro Signore, quella della nostra Croce.
É proprio pensando a tutte queste cose che ha cominciato a fare capolino nella mia testa l’idea di trasferire questi miei pensieri sui miei tamburi e, con il fondamentale contributo artistico di Pippo e Alessandro Mazzocchio, padre e figlio, abili disegnatori delle illustrazioni che potete vedere sui tamburi, e l’ausilio di mio fratello Vincenzo, sempre presente durante la loro costruzione, ho potuto concretizzare i miei pensieri di questi ultimi mesi.
Il mio grazie più profondo va ai due artisti Pippo e Alessandro Mazzocchio, che sono stati capaci di interpretare nel migliore dei modi ciò che non avrei mai saputo esprimere a parole; a mio fratello Vincenzo: paziente e collaborativo al massimo; a mio padre: maestro di vita e virtù, a mio nonno: un mito”.
Ho avuto il piacere e l’onore di condividere con la famiglia Nobile innumerevoli eventi con il Tataratà anche con il maestro Angelo, nonno dell’Angelo protagonista di questo articolo. La sua presenza regalava emozioni, sempre. Autorevole ma con pieno titolo. Massimo rispetto alla Vostra storia.